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Chi Siamo

Mandwinery nasce dall’incontro dei giovani fratelli e imprenditori Michela e Vito Manduano con l’enologo Giuseppe Colopi.
La mission aziendale è quella di creare vini che rappresentino la storia vitivinicola e la potenzialità del nostro territorio, la Puglia, ma con lo sguardo attento verso l’innovazione.

Vito Manduano

Founder

La passione per il vino sicuramente l’ho ereditata dal mio nonno paterno.
Era sua tradizione, vinificare le uve di vigneti locali appartenenti ad alcuni suoi familiari agricoltori e la vendemmia diveniva così un evento familiare che riuniva tutti.
Ricordo il profumo del mosto dai colori intensi, che dopo la fermentazione si trasformava in vino, ricordo la  gioia delle giornate dedicate ai travasi nelle dame, dove era occasione per la mia amata nonna preparare l’adorabile focaccia calda per deliziare i palati di noi nipoti e figli.
L’interesse per l’agricoltura l’ho ereditato da mia madre…suo padre era proprietario di una grossa azienda agricola coltivata esclusivamente a vigneti, il quale arrivato all’età della pensione decise di assegnare i diversi vigneti ad ognuno dei figli. Mia madre ereditò un appezzamento di vite di uva nera, in un momento però particolare della vita mia e di mia sorella Michela.  Io all’epoca avevo appena 13 anni e come qualunque adolescente a quell’età di certo non ero in grado di portare avanti quei terreni, mia madre tanto meno e per questo la convinsi, a malincuore, a vendere quell’appezzamento. Allo stesso tempo promisi a me stesso che un giorno con quel ricavato ne avrei acquistati altri anche di estensioni maggiori e così è stato!

Oggi siamo proprietari di un’una azienda agricola di circa 35 ettari.
Il nostro primo vino, l’ottantadì nasce dalla promessa fatta da me stesso 20 anni fa, unita a quella fatta dal nostro enologo e amico, Giuseppe Colopi.

Ottantadì: “un vino, una promessa” anzi no, due!

Vito Manduano

Michela Manduano

Administrator

Il tempo non ha tempo, te lo prendi oppure se ne va.. al nostro vino invece, dedichiamo tutto il tempo che occorre per arrivare lontano, negli anni e negli obiettivi.
Il primo pensiero che mi viene quando penso alla mia famiglia è l’insieme dei valori che mi sono stati trasmessi. Ai miei nonni devo tutto, loro mi hanno insegnato il rispetto verso il prossimo e ricordi che ho di loro sono tanti.. erano molto legati tra di loro, nessuno faceva mai qualcosa senza l’altro. La casa dei miei nonni era sempre piena di gente, perché da loro si respirava genuinità e purezza d’animo. Posso dire con estrema sicurezza, che se io e mio fratello siamo ciò che siamo, oggi, è grazie al loro esempio. Ci hanno trasmesso dei valori che oggi ormai sono difficili da trovare nella gente. I ricordi legati a loro, in questo momento della nostra vita, riaffiorano più che mai.
Noi ci stiamo avvicinando al mondo del vino, sicuramente diverso dal nostro lavoro, ma è proprio da loro che parte questa nostra passione.
A casa dei nonni non mancava mai del buon vino, ne’ a tavola, ne’ negli scaffali come riserva, insieme a latte e farina: era considerato importante tanto quanto un bene di prima necessità. Mio nonno dedicava tutto se stesso a quel vino, fino alla fine, quando molto anziano e stanco lo faceva di nascosto, lontano dagli occhi di figli e nipoti che temevano che si stancasse troppo.
Chi se lo dimentica l’odore del vino. Oggi quando assaggio il vino, mi riaffiora sempre lo stesso ricordo di me bambina, che guardava stupita i procedimenti per creare quella magia.
Nonno sarebbe fiero di questa nostra nuova esperienza animata da vera passione, la stessa che ha trasmesso a me e mio fratello Vito nell’affrontare la vita: “Una vita senza passione, sarebbe una vita piatta”.
Ricordo che nonno, per ricambiare un gesto ricevuto, donava con orgoglio il suo vino, il frutto di passione e dedizione.

Oggi, come lui mi ha insegnato, esprimo lo stesso orgoglio per presentare a voi il nostro Ottantadì.

Giuseppe Colopi

Co-Founder & Winemaker

Mi ritengo una persona molto fortunata, in quanto faccio una professione che amo, è la passione il traino del mio sapere.
E’ importante la formazione continua, anche perché c’é ancora tanto da scoprire nel mondo del vino.
Dopo circa 25 anni di professione, dopo aver vinificato vitigni internazionali, studiato l’evoluzione del vino, ho cominciato a nutrire passione ed interesse per vitigni autoctoni del mio territorio, la Puglia.
Ho compreso con l’esperienza che determinati vini li può fare solo un nativo, in quanto conoscitore di quel linguaggio comune.

Bisogna avere grande conoscenza del clima, della cultura, scambio di opinioni con gli agricoltori, a volte anche parlando il mio amato dialetto, a dirla tutta il TERROIR ed inoltre l’amore per la mia terra, i ricordi e profumi indelebili della mia infanzia.
Il vitigno autoctono che adoro è l’Uva di Troia. Non si è ancora in grado di capire come sia arrivato a noi, sicuramente è stato portato dai greci durante la colonizzazione delle nostre terre, in quella che veniva definita Magna Grecia. Le origini sono solo ipotesi e quella che più avrei voluto fosse vera è il mito di Diomede, grande guerriero ed eroe greco, che dopo la guerra di Troia, si dice navigasse per il mare Adriatico e che avesse portato con sé, come ricordo, dei tralci di vite che piantati sulle rive dell’Ofanto diedero origine all’Uva di Troia.

Oggi con ottantadì continuiamo a raccontare la storia, la nostra storia.

Giuseppe Colopi
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